In the last few days all the
fashion media mourn the end of the 16-year liaison between
Louis
Vuitton and
Marc Jacobs, whose role as creative director could be
given soon to Nicolas Ghesquière, who in turn was
forced
to leave the same position at Balenciaga one year ago.
As usual, the "betting game
for the new creative director" has already begun: someone talks
about a migration of Raf Simons to Vuitton, leaving his place at Dior
to Ghesquière; some others talk about a transfer of Phoebe Philo,
who in recent years has launched Celine among the top cutting-edge
brand of LVMH. This funny-but-worrying betting game reminds us how
the role of creative director is a tough but unstable conquest, depending on the will of the
CEO.
Da qualche giorno tutta la
stampa (e non solo) piange la fine della liaison durata 16 anni tra
Louis Vuitton e Marc Jacobs, il cui ruolo di direttore creativo
potrebbe essere ceduto presto a Nicolas Ghesquière, che a sua volta
si è visto costretto
a lasciare la stessa posizione da Balenciaga.
Come volevasi dimostrare è già
iniziato il solito toto-scommesse: una probabile migrazione di Raf
Simons da Vuitton, lasciando a Ghesquière il suo posto da Dior; o
addirittura un trasferimento di Phoebe Philo, la designer che ha
contribuito a lanciare Celine tra i top brand d'avanguardia e di
nicchia del gruppo LVMH.
Un giro di scommesse tanto divertente quanto
preoccupante che ci ricorda come la posizione del direttore creativo
di una maison è una dura conquista la cui certezza e stabilità può
vacillare nel giro di una stagione, in base alle volontà dei CEO.
According to the after-show interviews seems that Marc Jacobs is very
happy, despite the tense climate around the notification of the non-renewal of his contract at LV. Finally he will be able to focus all the energy to his
own brands which parade during NewYork Fashion Week. It is not a
mystery that usually the main themes performed on the catwalk at the
beginning of September for the Marc Jacobs and Marc by Marc Jacobs
collections, were always "re-made" in a more luxurious way for Louis Vuitton show, just three
weeks later at the closure of the Paris Fashion Week.
Despite that I've never been a
supporter of Marc Jacobs' excesses for Louis Vuitton, I can't deny he has been able to re-launch the brand in the luxury
stardom with an impressive style evolution.
Comparing the rare images of the
first show (March 1998) and the details of the last collection (SS
2014), you can truly feel this slow change, although he always
remained true to some key elements and symbols replicated in all the
collections.
Il clima attorno alla notizia
del mancato rinnovo del contratto di Marc Jacobs è teso, ma leggendo
le interviste post sfilata sembra che l'unico a gioire sia lo stesso
Marc, che finalmente potrà dedicarsi totalmente alle proprie
linee. Non è infatti un mistero che i temi
principali esibiti sulle passerelle Newyorkesi all'inizio di settembre per le
collezioni Marc Jacobs e Marc by Marc Jacobs, venivano sempre
rimpastati ad arte per Louis Vuitton tre settimane dopo, alla chiusura della Paris Fashion Week.
Per quanto, personalmente, non
sia mai stato un sostenitore degli eccessi di Marc Jacobs, è innegabile che grazie alla sua verve sia riuscito a
lanciare il brand nello stardom del lusso, con un'impressionante e
lunga evoluzione stilistica.
Ponendo a confronto le
rarissime immagini reperibili della prima sfilata del marzo 1998 e lo sterminato numero di dettagli dell'ultima collezione, si riesce a percepire
proprio questo lento cambiamento, seppur rimanendo sempre fedele ad
elementi chiave e simboli riproposti in tutte le collezioni.
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First Louis Vuitton show by Marc Jacobs - FW 1998 |
From the first minimal
collections, he gradually changed the LV style going through an high
level of sensuality with deep necklines dresses, mini skirts, shorts
and naked shoulders: all elements which contribute to make up a
sexy-girly mood in which the 50s meets punk and military uniforms. The
initial oversized silhouettes become tight at the waist resembling
the Japanese kimonos, and then he also added floral and geometric
printed patterns to give a more feminine attitude to the collections.
Dagli inizi ultra-minimali, con capi cromaticamente neutri e tendenti allo sportivo, MJ passa gradualmente ad episodi ad alto tasso di sensualità con abiti
dalle profondissime scollature, mini gonne dagli ampi spacchi laterali, micro-shorts e spalle lasciate maliziosamente in vista; tutti elementi
facenti parte di uno stile sexy bon-ton in cui gli anni 50 incontrano
il punk e si mischiano con le divise militari. Lentamente anche le
silhouette oversized diventano più avvitate scimmiottando i
kimono giapponesi, e le collezioni assumono un'aria più sbarazzina grazie
all'alternanza stagionale di pattern decorativi floreali e
geometrici.
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First Louis Vuitton show by Marc Jacobs - FW 1998 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs - SS 1999 adv |
Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 1999
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Louis Vuitton by Marc Jacobs - FW 1999 |
By the early 2000s, thanks to the
widespread of the folk trend, Marc began to use more colors declining
them on silks or on elaborate embroidery works inspired to the
traditional costumes of the Arctic countries. From the beginning he
was used to neutral and powder colors but he made several exceptions
especially after the spring summer 2003 collection, in which
presented for the first time the Monogram Multicolor handbags series
created in collaboration with Takashi Murakami.
Con i primi anni 2000, complice
la dilagante tendenza folk, subentrano significativi cenni di colore,
a contrasto con nero e le "ormai classiche" tinte neutre o polvere,
declinando il tutto su sete stampate o pellicce dai ricami elaborati
ispirate ai costumi tradizionali dei paesi artici. Pochissime le
eccezioni dalle tinte brillanti, una tra tutte la
collezione primavera estate 2003 in cui viene presentata per la prima
volta la serie di borse Monogram Multicolor realizzate in
collaborazione con Takashi Murakami.
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2000 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2000 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2001 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2001 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2002 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2002 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2003 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2003 |
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Louis Vuitton-Murakami Monogram Multicolor (2003), Cherry Blossom (2003), Eye Monogram serie (2003), Monogram Cerise (2004), Monogramouflage (2008) |
Season after season the
celebration of the icons and the divas of the Hollywood golden age
became one of the main feature of MJ style, taking inspiration from
the luxury lingerie with bustier, nightgowns, sexy transparencies and
precious layers of lace whose flowers are transformed into
three-dimensional appliqué.
Stagioni dopo stagione, iniziando a celebrare le icone
e le dive della golden age hollywoodiana anche i richiami alla
lingerie diventano un leitmotiv distintivo di Marc Jacobs per LV con
bustier, camicie da notte, trasparenze e stratificazioni di pizzo i
cui fiori si trasformano in applicazioni tridimensionali.
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2004 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2004 |
In 2004 he launched the men's
line, a researching experiment between the metrosexual dandy and the
sporty moo, imagining a mix of the elegance of Rudolf Nureyev, the
tennis players suits from the 30s, the printed silk robes and the
high tech fabrics. However, his preference for women's fashion took
MJ to declare he didn't understand menswear, so after only 4
seasons he decided to entrust the men's line to Paul Helbers (former
Martin Margiela studio).
Of course, this transfer of power
is not based upon MJ tiredness, actually since 2008 he launched even
the pre-fall and resort collection re-introducing everyday items in the new
sophisticated Vuitton imagery.
Nel 2004 viene lanciata la
linea maschile, un esperimento di ricerca tra lo spirito dandy e
quello metropolitano immaginando l'eleganza di Rudolf Nureyev, le
tenute dei tennisti negli anni 30, le vestaglie di seta stampata ed i
tessuti high tech. La preferenza per la moda femminile però porta
Marc Jacobs a dichiarare umilmente di non capire così bene quella maschile, decidendo quindi di affidare la linea uomo a Paul Helbers (ex-team
Martin Margiela) dopo solo 4 stagioni.
Ovviamente questo passaggio di
potere non trova ragioni nella mera fatica, infatti, a dimostrazione
della sua instancabilità, Marc Jacobs dal 2008 inizia a curare anche
le linee pre-fall e resort reintroducendo nel nuovo sofisticato
immaginario Vuitton capi più easy e meno scenografici.
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2005 Menswear |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2005 Menswear |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2006 Menswear |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2006 Menswear |
From the mid of the 2000s MJ
changed the minimalist style with excessive styling taking inspiration from all the decades of fashion by choosing a different
theme for every season: the circus, the 40s, the total black,
Balenciaga volumes, lurex, the logo- mania, the French countryside,
the colors of Vermeer's paintings, overlays of contrasting fabrics,
Art Deco, Art Nouveau, the orientalism, tribal inspirations, the 80s,
Marie Antoinette, Brigitte Bardot, the fetish, the Dior New Look, the
avant-garde visions of Miuccia Prada, the 60s, the damier motives and
the tapestry micro-pattern.
Da metà anni 2000 lo stile
lineare del primo Marc Jacobs perde terreno ed iniziano gli eccessi
con uno styling "mix and match" che trae ispirazione da
tutte le decadi della moda sviscerando ogni stagione un tema ed
un'ispirazione diversa: il circo, gli anni 40, il total black, i
volumi alla Balenciaga, il lurex, la logo-mania, la campagna
francese, i colori dei quadri di Vermeer, le sovrapposizioni di
tessuti preziosi a contrasto, l'Art Deco, l'Art Nouveau, gli
orientalismi, le ispirazioni tribali, gli anni 80 con tutti i loro
eccessi e difetti, Maria Antonietta, Brigitte Bardot, il fetish, il
New Look di Dior, le visioni avanguardiste di Miuccia Prada, gli anni
60, il motivo damier e le vestaglie con micro-pattern tappezzeria.
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2005 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2005 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2006 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2006 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2007 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2007 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2008 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2008 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2009 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2009 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2010 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2010 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2011 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2011 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2012 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2012 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2013 |
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Louis Vuitton by Marc Jacobs FW 2013 |
A great mix that like a crescendo
reached its climax this week with the last Louis Vuitton show by Marc
Jacobs dedicated to "the showgirl in all of us". The set
was made with the scenic designs used in the last shows, all dyed
with black paint as if they were the "ghosts of the past", symbolizing the end of a fashion era.
There is no time to cry in this
hard game called fashion, Marc Jacobs is already going towards a new
brighter future, so now our thought has to go immediately to the next
Louis Vuitton creative director who has to manage such a bulky and
iconic legacy. Good luck!
Un gran mix che nel suo
succedersi delle stagioni sembra un crescendo musicale che ha
raggiunto il culmine proprio questa settimana con l'ultima sfilata in
total black dedicata "alla show-girl che è in ognuno di
noi". I monumenti scenici usati nelle ultime sfilate ricompaiono
come fantasmi del passato e sono tinti di un nero simbolico che
chiude definitivamente un'era, voltando una delle pagine più
bizzarre e ironiche della storia della moda.
Non c'è tempo per
piangere i protagonisti di questo duro gioco, un nuovo roseo futuro
sembra prospettarsi per Marc Jacobs, il pensiero corre quindi subito
al prossimo direttore creativo di Louis Vuitton che dovrà
raccogliere un'ingombrante ed iconica eredità.
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Louis Vuitton by Marc Jacobs SS 2014 |
Alessandro Masetti - The Fashion
Commentator
Photo credits: Pinterest;
style.com