The dichotomous relationship
between Art and Fashion is one of the hot topics which
always heats the fashion lovers. In one side there are the
intransigent ones who can't tolerate even the proximity of the two
words, on the other hand there are those who want to "elevate"
Fashion to the Art status.
We can surely consider Domenico
Dolce and Stefano
Gabbana among the fashion designers who periodically rekindle
this sort of debate: their collections are an interesting hybrid
between costume, high-fashion, street-style and artistic
masterpieces. From season to season they leave the fashion
journalists speechless: everybody is charmed by their prints inspired
to the stereotypical Sicilian folk traditions, declined on hieratic
tailored dresses. Every show is a surprise and each theme is
interpreted in multiple ways with ubiquitous references to
figurative art.
Uno degli argomenti che da
sempre accende gli animi dei cultori della Moda riguarda il
rapporto dicotomico che intercorre tra questa e l'Arte. Se da
una parte si schierano esponenti intransigenti che non tollerano
nemmeno la vicinanza dei due termini, altrettanti contendenti
sembrano battersi per "elevare" la Moda allo status di
Arte, riconoscendole quindi una posizione di svantaggio rispetto a
quest'ultima (frutto di un pregiudizio collettivo all'italiana che
considera la moda frivola e non una delle voci principali del PIL
nazionale). Tra le collezioni che periodicamente riaccendono questa
sorta di dibattito si inseriscono sicuramente quelle di Domenico
Dolce e Stefano Gabbana. Le loro creazioni sono un
interessante ibrido in bilico tra costume, alta moda, street-style
e capolavori artistici. Di stagione in stagione lasciano con il
fiato sospeso la stampa mondiale: non c'è giornalista che non
subisca il fascino degli stampati ispirati ai temi stereotipati della
tradizione popolare siciliana, declinati su ieratici abiti sartoriali
dalla vestibilità rilassata. Ogni sfilata è una sorpresa in cui il
tema scelto viene interpretato in molteplici chiavi di lettura con
onnipresenti riferimenti all'arte figurativa.
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Dolce e Gabbana - Fall Winter 2013 - Arcangelo (Abside, Duomo di Cefalù) |
The fall winter 2013 women's
collection is the most recent example which demonstrates the
importance of artistic influences on the work of the Italian
designer duo. In a long parade ( the Dolce & Gabbana shows are
among the longest for duration, with at least 70 outfits ) with Nino
Rota's soundtrack, the two designers have given the three-dimension
to the Sicilian-Norman mosaics of the Monreale Cathedral, the
Cefalù Cathedral and the Church of the Martorana in
Palermo.
The collection is dedicated to St.
Agatha, so, the mosaic of Virgin Mary in the apse of the Cefalù
Cathedral has been transformed in the portrait of St. Agatha, the
protector of the city of Catania just by adding a crown. The
coronation of Roger II, the Archangel Gabriel, William
II dedicating the Monreale Cathedral to Our Lady, and all the
portraits of the Norman kings have new colors now, and they
also shine at every step thanks to golden paillettes and crystal
appliqués entirely hand-sewn by skilled seamstresses.
L'esempio recente che
testimonia maggiormente l'influenza artistica sull'attività del duo
stilistico italiano è la collezione femminile autunno inverno
2013. In una lunga sfilata (le sfilate Dolce&Gabbana sono tra
le più lunghe per durata, con almeno 70 uscite) con le note di Nino
Rota in sottofondo, i due designer hanno animato la passerella
conferendo tridimensionalità ai mosaici siculo-normanni del Duomo
di Monreale, del Duomo di Cefalù e della Chiesa della
Martorana di Palermo. L'incoronazione di Ruggero II, l'Arcangelo
Gabriele, Guglielmo II che dedica alla Madonna il Duomo di Monreale e
tutti i ritratti dei Re Normanni che si sono succeduti durante la
dominazione siciliana, assumono nuove colorazioni e brillano ad ogni
passo grazie a tessere dorate e applicazioni di cristalli cucite
interamente a mano da abili sarte.
The link between Art and Fashion
according to Dolce & Gabbana, assumes additional meanings
if we consider the menswear fall winter 2013 collection and
the spring summer 2014 collection, full of those religious
symbolisms ( Christian or pagan ) which countersign Sicily as a
mystical land.
The winter 2013 collection
seems to be a review of the Catholic hierarchy vestments, a sort of
tribute to the Fellini's fashion show in the film "Roma" (
1972): from the simple clothes of the altar boys, you go to the
embroidered lace vests, down to the stoles and the chasubles studded
with precious stones, updated and revisited on shirts and tuxedos. As
casual items we can find printed knitwear with votive images of the
Virgin of Fatima, the Sicilian cathedrals and the Saints of the
Sicilian cults, as if to recall the simplicity of the people,
compared to the glories of the Church.
Il legame tra moda e arte made
by Dolce&Gabbana, assume ulteriori valenze e sfumature se
consideriamo le collezioni maschili autunno inverno 2013 e primavera
estate 2014, intrise di quelle simbologie religiose (cristiane
o pagane) che sin dagli albori contraddistinguono la Sicilia quale
terra mistica.
La collezione invernale 2013
sembra una rivisitazione delle vesti ecclesiastiche di tutta la
gerarchia cattolica, e quasi omaggiando il felliniano defilé nel
film Roma (1972),
dalle vesti semplici dei chierichetti, si passa ai rocchetti in pizzo
ricamato, sino alle pianete, le casule, le stole ed i piviali
tempestati di pietre preziose, abilmente rivisitati su camicie da
sera e smoking. Il tutto, accompagnato da capi in maglieria stampati
con immagini votive della Vergine di Fatima, delle cattedrali
dell'isola e dei Santi presenti nei culti locali siciliani, quasi a
ricordare la semplicità del popolo, rispetto ai fasti della Chiesa.
Roma - 1972 - Federico Fellini
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Dolce e Gabbana UOMO - Fall Winter 2013 - Chierichetti |
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Dolce e Gabbana UOMO - Fall Winter 2013 - Prelati |
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Dolce e Gabbana UOMO - Fall Winter 2013 - Iconografia Madonne |
For the summer 2014 collection
we can see a return to the ancient mythological origins of the
Magna Grecia, with references to the pagan popular cults of the South
of Italy. On ivory suits there are the temple ruins of the
Agrigento Valley, taken from the 18th and 19th centuries
lithographs and watercolors made by the richest Northern Europeans
artists and literates who were used to visit Italy for the Grand
Tour. The Sicilian maps by Abraham Ortelius (1584) are
re-proposed on shirts and shorts, mixed up with the profiles of
ancient gods on coins and decorative friezes or with mythological
episodes such as the Judgment of Paris , the apotheosis of Zeus or
the triumph of Apollo, retracing the history of Civilization and of
Beauty.
Per la collezione estiva
2014 invece assistiamo ad un ritorno alle antiche origini
mitologiche della Magna Grecia con riferimenti ai culti pagani
diffusi nel Meridione. Su giacche e completi color avorio spiccano le
rovine dei templi della valle di Agrigento, immortalate tra
Settecento ed Ottocento in litografie e acquerelli di colti
viaggiatori nord europei che attraversavano l'Italia per il Grand
Tour. Le carte geografiche di Abramo Ortelio (1584) riproposte
su camicie e shorts, accompagnano i profili di arcaiche divinità
su monete e fregi decorativi con episodi mitologici come il
giudizio di Paride, l'apoteosi di Zeus o il trionfo di Apollo,
ripercorrendo così su trame di maglieria leggera e seta frusciante
la storia della civiltà e della Bellezza.
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Dolce e Gabbana Uomo - Spring Summer 2014 - Tempio della Concordia Agrigento |
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Dolce e Gabbana Uomo - Spring Summer 2014 - Tempio della Concordia Agrigento |
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Dolce e Gabbana Uomo - Spring Summer 2014 - Siciliae veteris typus - Abramo Ortelio 1584 |
If all this great mix of culture,
color, folklore, costume, creativity and haute couture can't be
considered as Art, then what is it?
Someone calls it demi-couture,
some other prêt-a-couture, but why not just call it by its name,
FASHION, and finally recognize its independent value at the same
level of Art?
Se tutto questo grande mix di
cultura, colore, folklore, costume, creatività ed alta sartoria non
è considerabile arte, allora cosa è?
C'è chi si ingegna a chiamarla demi-couture, chi pret-a-couture, ma perché non chiamarla
semplicemente con il suo nome, MODA, e riconoscerle finalmente un
valore indipendente dall'Arte, ma comunque di pari livello?
Alessandro Masetti - The Fashion Commentator