Even the Milan Fashion
Week Autumn Winter 2014 has come to an end, but what were the most
important facts that marked the week and which trend will actually
mark the next cold season?
Anche questa Milano
Fashion Week autunno inverno 2014 è giunta alla fine, ma quali
sono stati gli episodi ed i fatti più importanti che hanno scandito
la settimana e quali effettivamente lasceranno un segno nella
prossima stagione fredda?
Gucci FW 2014 |
Welcome to Italy: the luxury brand supermarket
Let's start by looking at with the
"power games": first of all, the cessation of
the activity of Gianfranco Ferré by the Dubai based company
Paris Group. A very sad news, especially if we consider the recent exhibition that the Textile Museum of Prato dedicated to the great
architect of Italian fashion.
As if that were not
enough, also Krizia fashion house announced that the
company will be sold to the Chinese Shenzhen Marisfrolg Co. Ltd owned
by Mrs. Zhu ChongYun, the businesswoman who since 1993 has built a
financial empire based on her passion for beauty, and who will become
the Chairman of the Board and the creative director of the fashion
house. Mrs. Mariuccia Mandelli (aka Krizia) said "My team and I
are delighted to have found in Mrs. Zhu ChongYun a successor to our
work. She has strenght and talent and is willing to lead Krizia's
idea of fashion, made of visionary research and immense creativity".
Needless to say, I really hope that the iconic Krizia tigers and
panthers of the past will come back to roar, even if I'm sure things
will never be the same again.
After a bad news there's
always a good news, infact, a few minutes before the fashion show of
Marco De Vincenzo it was confirmed that he French luxury giant
LVMH bought a substantial minority stake (45 %) of the young Italian
brand. As the designer himself said: "The sale is the only way
that can make me grow without falling into traps, making the right
choices and not just those I can afford". In the fashion
business many people would argue this type of financial operations,
deeming them necessary to mantain the excellent standards of made
in Italy products.
So, considering all the
billionaires who live in Italy, I wonder why there isn't anyone who
wants to emulate groups like LVMH and Kering, trying to keep Italian
things in Italy.
I'd like to explain that
my point of view transcends the pride of being Italian and it came
from the sad and shameful truth that Fashion in Italy is not
considered as a resource yet, and unfortunately only Italian
politicians do not believe in its power and potentials.
Iniziamo subito con i
cambi di trono e i giochi di potere, primo tra tutti l'annuncio
dell'azienda Paris Group di Dubai che cessa definitivamente
l'attività del marchio Gianfranco Ferré. Una notizia triste
che ha un sapore amaro, soprattutto se pensiamo alla recente retrospettiva che il Museo del Tessuto di Prato ha dedicato al grande
architetto della moda italiana.
Come se non bastasse,
a chiusura della fashion week giunge anche la notizia riguardante la cessione di Krizia all'azienda cinese Shenzhen Marisfrolg Co. Ltd di Mrs.
Zhu ChongYun, la donna d'affari che dal 1993 ha costruito un impero
finanziario basato sulla sua passione per il bello e che da aprile
diventerà Presidente del Board e direttore
creativo della maison italiana. Tra i commenti a caldo, Mariuccia Mandelli
dice "Siamo felici di aver incontrato Mrs. Zhu, con cui mi sono
trovata subito in profonda sintonia. Penso che abbia la forza e il
talento per continuare al meglio il nostro lavoro e portare Krizia a
raggiungere nuovi successi nel mondo". Inutile dire che spero
veramente la tigre e la pantera di un tempo tornino a ruggire, anche
se sono convinto non sarà mai davvero come prima.
Rimanendo in ambito
finanziario, è stato confermato a pochi minuti dalla sfilata di
Marco De Vincenzo l'acquisto di una sostanziosa quota di
minoranza (45%) del marchio del giovane stilista italiano da parte
del colosso francese del lusso LVMH. Come sostiene lo stesso
stilista, "la vendita è l'unico modo per poter crescere senza
cadere in trappole ed errori, facendo le scelte più giuste e non
solo quelle che ci si può permettere". Nel business della moda
molti sostengono questo tipo di operazioni finanziarie, ritenendole
necessarie per garantire gli standard d'eccellenza della produzione
made in Italy, ma allora mi chiedo, possibile che con tutti i
milionari esistenti in Italia, non ce ne sia uno in grado di emulare
gruppi fortissimi come Kering e LVMH cercando così di mantenere
italiano ciò che è italiano?
Voglio precisare che
questa osservazione trascende dal becero campanilismo, e nasce da una
vergognosa e triste verità sotto gli occhi di tutti da fin troppo
tempo ormai: nel nostro paese la moda non è ancora considerata una
risorsa, e crisi o non crisi, siamo gli unici a non crederci.
Marco De Vincenzo FW 2014 |
M as Moschino or McDonald's?
Finally, after several
months since the spread of the news on fashion magazines, Jeremy
Scott succeeded to Rossella Jardini as creative director of
Moschino. The change didn't pass unnoticed, infact in the
following days after the show the most popular question that ran
across Milan was : "Did you see the Moschino fashion show?",
followed by answers such as "Jeremy Scott is a genius!" or
"Terrible, who will ever dare to wear a McDonald's uniform?".
I personally believe that
Jeremy Scott is the spiritual heir of Franco Moschino due to his
pungent contemporary irony. He brought a great breath of fresh air in
a style office which merely repeated the same themes since the death
of the founder. As concerns the criticized and praised
McDonald's/Moschino logo, I think it is a very funny idea, but not so
new as many people may think. It seems that the fashion world has a
short memory, have you already forgotten about the avant-garde style
of Anna Piaggi?
Finalmente dopo
qualche mese dall'annuncio ufficiale, l'irriverente stilista
americano Jeremy Scott ha assunto il ruolo di direttore
creativo per la maison Moschino, succedendo a Rossella
Jardini. Un cambio di guardia che non è passato affatto inosservato,
basti pensare che nei giorni successivi la domanda più gettonata che
correva in tutta Milano fosse: "Hai visto Moschino?",
seguita da espressioni come "Che genio JS!" oppure
"Terribile, chi se lo metterà mai un abito da cameriere del
McDonald's!?".
Personalmente posso
dire di aver visto la sfilata (in streaming) e senza molti giri di
parole ritengo che Jeremy Scott sia il vero erede spirituale di
Franco Moschino grazie alla sua pungente ironia contemporanea e
all'ispirazione proveniente dalle strade di New York; ha portato una
grande boccata d'aria fresca in un ufficio stile che si limitava a
riproporre sempre gli stessi temi che hanno fatto la storia del
brand. Per quanto riguarda le critiche o le lodi intessute da stampa
e colleghi sulla reinterpretazione del logo della famosa catena
americana di fast food, ritengo sia un'idea molto divertente, ma non
poi così nuova e geniale come molti credono. Sembra che il mondo
della moda abbia la memoria corta, davvero vi siete già scordati le
mise avant-garde di Anna Piaggi? Scusate per la mia personale "fashion meme", ma la battuta mi sembra più che giustificata no?!
Fashion Meme: Jeremy Scott for Moschino FW 2014 collection inspired to McDonald's logo VS Anna Piaggi wearing an original McDonald's vest in a portrait by Marco Glaviano in 2010 |
The Other World
The words "Fashion
Week" and "performance" usually go hand in hand,
especially when the scenic design of the fashion shows brings the
viewer into another reality as in the case of Roberto Cavalli,
who made his models dancing around the sacred fire of fashion,
evoking the imagery of wild beauty with animal prints, furs and
fringe.
The duo Dolce and
Gabbana preferred to set the show in an enchanted forest where
the characters are an hybrid between the protagonists of Russian
fairy tales and their Sicilian memory, imagining a magnificent,
precious and ultra-decorated collection that winks to the excessive
taste of the Eastern Europe.
Finally Fendi that
took us into the future, somewhere between Avatar and Tron,
presenting the show streamed through the bionic eye of
high-definition cameras installed on some drones that fly around the
room. Another way to break the barrier between the fashion niche and
the final consumer.
L'espressione
"Settimana della moda" va a braccetto con la parola
spettacolo, soprattutto quando le scenografie delle sfilate
trasportano lo spettatore in un'altra realtà come nel caso di
Roberto Cavalli, che nel tendone ai piedi dell'Arco della Pace
fa "danzare" le sue modelle attorno al fuoco sacro della
moda, evocando l'immaginario di una bellezza selvaggia con stampe
animalier, pellicce e frange.
Il duo Dolce e
Gabbana preferisce invece ambientare la sfilata in un bosco
incantato i cui personaggi sono un ibrido tra i protagonisti delle
fiabe russe e la loro Sicilia, immaginando una collezione
ultra-decorata, preziosa e sfarzosa che strizza l'occhio al gusto
eccessivo dell'est Europa con cappe matrioske e tempeste di
brillanti.
Infine Fendi
che ci proietta in un futuro a metà tra Avatar e Tron presentando la
sfilata in streaming attraverso l'occhio bionico di telecamere ad
alta definizione installate su alcuni droni che volano lungo la sala
permettendo allo spettatore di scegliere l'inquadratura preferita. Un
ulteriore modo per infrangere la barriera tra il settore di nicchia
ed il consumatore finale.
Roberto Cavalli FW 2014 |
Roberto Cavalli FW 2014 |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Fendi drones on the catwalks (photo: ansa.it) |
Trend: luxury, colors and men
Analyzing the fashion
trends for the coming winter, even in Milan (as in New York) many
brands aim to the utmost and exclusive luxury, using high
quality raw materials and the finest workmanship that go far beyond
the concept of pret-a-porter, getting closer to high fashion and
cutting out the average consumer as a consequence.
The key-colors of the
season will be the pastels shades of Gucci and Ermanno Scervino (pale pink, canary yellow, baby
blue, lilac and mint); the lime green of Giorgio Armani; the red flashes of Prada; the metallic
colors (bronze, silver and gold), and finally the classic white, gray
and black presented as plain color or in combinations of patterns
ranging from leoprints to tartan.
As usual the silhouettes
take inspiration from the twentieth century, this time it's the turn
of the 60's and 70's, mixed with oversized knitwear and garments
stolen from the male wardrobe such as the white shirt and tailored
coats.
Passando all'analisi
dei trend e della moda che ci aspetterà per il prossimo inverno,
anche a Milano come a New York si conferma per molti marchi la
tendenza di puntare ad un lusso estremo ed esclusivo, facendo
leva su materie prime di elevata qualità e lavorazioni artigianali
talmente raffinate che vanno ben oltre il concetto di pret-a-porter,
avvicinandosi così all'alta moda e tagliando fuori del tutto la
fascia dei consumatori medi.
Per le tendenze
colore, dominano i pastelli di Gucci e Ermanno Scervino (rosa pallido, canarino, baby blue,
lilla e menta); il verde lime di Giorgio Armani; gli sprazzi rosso fuoco di Prada; i colori
metallici (bronzo, oro e argento), ed infine i classici bianco,
grigio e nero, presenti un po' ovunque sia in tinta unita che in
combinazioni di pattern che variano dall'animalier al pied de poule.
Come al solito per le silhouette assistiamo ad un revival del
XX secolo, questa volta è il turno degli anni 60 e 70, mixati con
maglieria oversized, o addirittura capi rubati dal guardaroba
maschile come l'immancabile camicia bianca e cappotti sartoriali.
Bottega Veneta FW 2014 |
Emporio Armani FW 2014 |
Ermanno Scervino FW 2014 |
Giorgio Armani FW 2014 |
Gucci FW 2014 |
Jil Sander FW 2014 |
Max Mara FW 2014 |
N°21 FW 2014 |
Prada FW 2014 |
Alessandro Masetti - The
Fashion Commentator
Photo credits: vogue.it, ansa.it, style.com